Hai voglia di trovare il tuo giusto posto nel mondo, la tua vera autenticità e i tuoi scopi nella vita?
Dopo un profondo lavoro di pulizia del proprio albero genealogico attraverso l’uso delle Costellazioni e arrivando, nel tempo, a provare gratitudine per ogni esperienza vissuta, tutto ciò diventa possibile.
Lo scopo di questo training è portare ordine e amore fino alle radici dell’albero genealogico, per vivere con più consapevolezza, gentilezza e spiritualità con lo scopo di trasformarsi in persone migliori, rendendosi responsabili delle nostre esistenze per vivere una vita più appagante e riuscire a trasmettere questo anche ad altri.
Molto spesso viviamo schemi o destini che nemmeno conosciamo che minano il nostro reale potenziale e ci impediscono di vivere chi realmente siamo. Può succedere che le cause di ciò siano da ricercare in un passato che nemmeno conosciamo; forse proviene dai nostri genitori o nonni, o forse ci viene tramandato dal sistema di generazioni in generazioni. Possiamo mettere fine alle sofferenze inutili che non ci aiutano a crescere. La sofferenza fa parte della vita come la gioia ma, a volte, ci troviamo a vivere qualcosa che non sentiamo veramente nostro. Fa parte del sistema in cui abbiamo vissuto (o viviamo) ma non ci riconosciamo in esso: abbiamo bisogno di portare chiarezza e imparare come andare oltre.
Possibilità di mettere in scena la propria costellazione, anche se non iscritti al training
Si tratta di un percorso aperto a tutti quelli che vogliono fare un salto in avanti nella propria crescita personale. Uniremo le conoscenze delle costellazioni alla meditazione, all’esperienza, al grounding, al utilizzo del corpo come strumento di comprensione del sentire, come nella nostra consuetudine professionale.
In questo particolare percorso di costellazioni, oltre agli insegnamenti teorici e pratici del metodo, verranno proposti degli spazi di meditazione, visualizzazione, movimento corporeo, respiro ed altro ancora. Si imparerà lo spazio della presenza, del non giudizio, della gentilezza e dell’amorevolezza. Come sempre nei nostri corsi regnerà un clima piacevole e profondo, lavorando ognuno su di sé e facendo passi importanti verso una ritrovata leggerezza dell’essere
Puoi partecipare ai singoli incontri, anche se suggeriamo di partecipare all’intero percorso che darà una panoramica esaustiva delle varie tematiche e permetterà al gruppo di andare in profondità con fiducia. Se sei interessato a diventare conduttore di costellazioni (e a ricevere il diploma) sarà necessario partecipare all’intero training.
Durante gli ultimi incontri potrai cimentarti nella conduzione: i docenti ti sosterranno, senza giudizio, a utilizzare le tue risorse e trovare il tuo modo personale sempre in linea con le basi date da Bert Hellinger.
Ogni partecipante sarà coinvolto attivamente nelle costellazioni e potrà lavorare sui propri temi personali, sul proprio albero genealogico e sui propri sistemi. Utilizzeremo il metodo delle costellazioni per mettere in scena qualunque argomento utile per i partecipanti.
Oltre a Daniela Zicari ci saranno degli altri costellatori professionisti invitati.
Dal 30 novembre all’1 dicembre
300 ad ogni incontro.
Ai costi sopra indicati va aggiunto il 4%, rivalsa contributi INPS D.L. 166/96 e € 2 di bollo.
NOTA: tutti i weekend si terranno al centro Dharma
Centro Dharma Via Saccardo, 39 Milano – info@felicetrasformazionepersonale.it per iscrizioni. Per informazioni e domande particolari puoi anche scrivere alla mail di Daniela: danielazicari@tin.it
Questo corso prevede l’iscrizione all’associazione Dharma (30 euro, durata annuale)
Le Costellazioni familiari e sistemiche costituiscono uno degli strumenti più efficaci comparsi sulla scena delle tecniche olistiche e della relazione d’aiuto. Create dallo psicoterapeuta tedesco Bert Hellinger, si sono diffuse rapidamente in tutto il mondo. Qualunque sistema umano (le famiglie, le aziende, la scuola, le organizzazioni politiche, le nazioni) è retto da relazioni nascoste che provocano dinamiche di dipendenza emozionale, conflitti e malesseri profondi, quelli che Hellinger chiama gli ordini dell’amore.
Ciò che muove spesso i nostri comportamenti è infatti un amore cieco generato da un irretimento, che ci fa replicare a nostra insaputa parte del destino di un altro membro familiare, anche mai conosciuto, oppure ci fa restare invischiati nelle dinamiche esistenti fra i nostri genitori, o fa sì che portiamo un’emozione o un sentimento che non è veramente nostro ma appartiene a un nostro antenato che non lo ha potuto esprimere.
C’è una forza nei sistemi familiari che collega i membri in vita a quelli delle generazioni passate. Una delle leggi attraverso cui si esprime questa forza è quella dell’appartenenza. Tutti i membri hanno il diritto di far parte della famiglia. Se qualcuno in passato è stato escluso, altri nelle generazioni successive si incaricheranno inconsapevolmente di rappresentare questa persona in seno alla famiglia, ripetendo quel destino difficile, e portandone il peso, per fedeltà e per amore.
La forza che governa il sistema familiare, la sua coscienza collettiva, legandoci a un antenato escluso e dimenticato condiziona le nostre scelte, i nostri sentimenti e i nostri pensieri. Il costellatore porta alla luce queste dinamiche nascoste, e ce le mostra. Solo se guarderemo la realtà così come è, e come è stata, e la accetteremo dentro di noi, e ci accetteremo così come siamo, allora potremo lasciare il nostro disagio, il nostro malessere e aprirci al cambiamento, liberi dagli irretimenti, onorando chi è stato escluso, e lasciandogli il suo destino, con amore e rispetto, per prendere solo il nostro.
Le costellazioni sono delle rappresentazioni in cui il cliente mette in scena la propria famiglia, scegliendo, tra i partecipanti del gruppo, dei rappresentanti per sé e per i membri della famiglia che il conduttore ha indicato come significativi, ad esempio il padre, la madre, i fratelli, un nonno o una bisnonna. Quindi li posiziona nello spazio, creando una immagine relazionale.
A questo punto, i rappresentanti saranno liberi di manifestare ciò che provano gli uni verso gli altri e di spostarsi liberamente. In questo processo essi sentono pienamente i sentimenti e la condizione fisica delle persone che rappresentano, anche se non le hanno mai conosciute e sono magari morte da tempo. All’improvviso, emergerà qualcosa di inaspettato fra loro, che rivelerà la trama nascosta che regge quelle relazioni. E questa è l’opera del campo (Anima) sapiente.
Il biologo inglese Rupert Sheldrake ha individuato l’esistenza di un campo di forza, detto “Campo Morfogenetico”, che collega le menti individuali tra loro e alle forze più grandi che muovono i fenomeni dell’universo. La fisica dei quanti dà anch’essa conferme di quanto affermato da Sheldrake.
Nelle rappresentazioni delle costellazioni si attiva questo campo, e quel che accade è che coloro che sono stati scelti per rappresentare un membro della famiglia diventano dei canali di informazione e possono percepire i sentimenti e gli stati fisici della persona che rappresentano. Sulla base di queste informazioni il conduttore porta avanti la costellazione fino al suo termine.
Anche il conduttore è un canale, e riceve “lampi” d’informazione dentro di sé. Il suo atteggiamento è quello di una consapevole rinuncia ad intervenire. Egli si ritrae per raggiungere quel vuoto interiore che può far fronte alla pienezza e alla molteplicità delle apparenze della situazione che ha davanti. È all’erta e pronto ad agire, ma si astiene dal farlo. Dopo qualche tempo le varie informazioni si organizzano intorno a un centro e il tutto si mostra nella sua connessione.
La premessa per giungere a questo è la non-intenzionalità. Ciò significa rinunciare a qualunque giudizio e interpretazione soggettiva. L’altra premessa è il coraggio, non aver paura di guardare la realtà così com’ è. In questo modo il conduttore resta in sintonia con la fortuna e la disgrazia, l’innocenza e la colpa, la vita e la morte. Questo è il movimento fenomenologico della conoscenza, come definito da Hellinger e come lo riscontriamo ogni volta che mettiamo in scena.
Questo è l’atteggiamento interiore che si richiede al costellatore, al cliente e ai rappresentanti. Ma la sapienza e la saggezza del campo cerca e trova soluzioni che vanno spesso al di là di quanto noi possiamo ottenere. Più il conduttore si ritrae e si fa guidare, più profonda è la rivelazione della soluzione.
Le costellazioni sono di aiuto in qualsiasi tipo di problema: con la famiglia d’origine e quella attuale; nelle relazioni sentimentali; nel lavoro, con i colleghi, il team, i dirigenti; nelle situazioni difficili che la vita ci mette di fronte come separazioni dolorose, lutti, ansie, sensi di colpa, insicurezze o aggressività inspiegabili; nella percezione di sé e nei conflitti interiori.
Il loro punto di forza risiede nel fatto che, grazie a questo metodo, ognuno può vedere nella sua rappresentazione e sentire profondamente nel corpo e nell’anima le dinamiche nascoste che lo hanno mosso, giungendo così a liberarsene e riprendendo in mano le redini della propria vita.
La consapevolezza che acquisiamo e le energie mosse dall’aver aperto il cuore alla realtà così come l’abbiamo vista, ci danno la riconciliazione, la pace, la serenità e risolvono problemi apparentemente senza soluzione.
Il metodo delle costellazioni familiari viene utilizzato da psicologi e psicoterapeuti, da medici, educatori, insegnanti, assistenti sociali, mediatori familiari, operatori olistici, a scuola e in azienda. Anche nelle istituzioni, nelle carceri, negli ospedali, nelle classi scolastiche, nei team sportivi c’è infatti una “coscienza collettiva” che riproduce le stesse dinamiche presenti in quella dei sistemi familiari.
Le costellazioni sono un percorso spirituale, una via che parla all’anima, che ci riconcilia con l’esistente e ci fa progredire nella realizzazione della nostra essenza e dei nostri talenti.
“Come si aiuta in modo efficace e come ci si trattiene al momento giusto dall’aiutare? Il riconoscere quando è possibile e appropriato aiutare e quando ci si deve invece trattenere, è un’arte. Aiutare semplicemente per compassione, lo possono fare molti, in realtà tutti. Ma aiutare in un modo che sia in sintonia con l’altro, con il suo destino e con la sua anima, e che con questo aiuto egli possa e debba crescere, questa è un’arte.
Sull’aiutare una volta ho scritto un piccolo aforisma: chi vuole aiutare, non può più aiutare. Poiché in quell’istante egli interferisce nell’anima dell’altro. L’aiutare viene permesso dall’altro. Solo allora chi aiuta può agire in un modo che per lui è appropriato e sicuro.
Se l’aiuto viene preteso, di regola non si può più aiutare, a meno che non si tratti di un grave incidente o cose simili. Poiché chi pretende aiuto si comporta come un bambino, e chi presta aiuto deve comportarsi in quell’istante come se fosse padre o madre.
Entrambi allora iniziano una cosiddetta relazione terapeutica di transfert e controtransfert. Questa è sempre destinata a fallire. Anche quando si fa una distinzione tra bene e male non si può più aiutare.
Non appena facciamo questa distinzione, escludiamo qualcuno. Ci mettiamo contro chi consideriamo cattivo. Ma il vero aiutare che giova a tutti è solo possibile se tutti hanno ugualmente un posto nel proprio cuore, se riconosciamo che tutti hanno un ugual diritto di esserci e che a modo suo ciascuno, anche se forse lo vogliamo considerare cattivo, è irretito, proprio come noi che forse siamo irretiti nel bene e riteniamo che questo sia buono.
Dai risultati però vediamo che ciò che consideriamo buono di solito non è poi così buono. Per esempio anche quelli che hanno fatto qualcosa con buone intenzioni hanno sempre sbagliato qualcosa. Altrimenti non dovrebbero far riferimento al fatto che avevano delle buone intenzioni.
“Il grande aiutare e l’arte di aiutare hanno bisogno di forza. Ed hanno bisogno di comprensione. Ed hanno bisogno di questo amore che tutto include.”
Bert Hellinger